Il cimitero più infestato del mondo: Greyfriars Kirkyard di Edimburgo

Edimburgo è famosa per i suoi cimiteri, e questo in particolare, il Greyfriars Kirkyard, è forse uno dei più conosciuti al mondo. Talmente bello e caratteristico da essere diventato una delle attrazioni più visitate di Edimburgo, non soltanto dagli appassionati di cimiteri, ma da quasi ogni turista alla scoperta della città.

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Ma cosa rende il Greyfriars Kirkyard più speciale della maggior parte degli altri bei cimiteri monumentali sparsi in Europa? Probabilmente una combinazione di tanti elementi che combinati insieme lo rendono affascinante agli occhi di chiunque.

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Perchè visitare il Greyfriars Kirkyard di Edimburgo

Prima di tutto perché è bello. Anzi, bellissimo. La sua è una bellezza romantica, fatta di prati verdi e ondulati, grandi alberi e vecchie pietre segnate dal tempo. Molte lapidi stanno lì da talmente tanto tempo che sono state ricoperte di muschio e erba, consumate fino a diventare illeggibili, piegate, spezzate e divelte. Sembra uscito da un romanzo horror dell’800, ed in autunno, quando al verde dei prati si aggiungono i colori dorati dell’autunno, è davvero stupendo.

Il Greyfriars Kirkyard ha una lunga storia, nacque a metà del ‘500 sul sito di un vecchio convento francescano (da cui prende il nome) ed è persino più antico della chiesa che sorge al suo interno. Dal 1500 fino all’800 inoltrato qui sono state sepolte migliaia di persone, dalle più umili fino ad alcuni dei cittadini più importanti di Edimburgo: artisti, letterati, scienziati, politici e altre personalità illustri (anche se per la maggior parte di interesse locale e non particolarmente famose al di fuori della Scozia).

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Macabre curiosità

Il cimitero è pieno di macabri dettagli, simboli e stranezze varie, praticamente è una celebrazione della morte espressa con un linguaggio artistico, spesso molto originale e di alto livello. Nei monumenti funebri ci sono riferimenti a correnti artistiche e architettoniche del passato, a culture lontane, a temi esoterici e a società più o meno segrete come la massoneria.

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Greyfriars Kirkyard è anche un vero e proprio catalogo artistico di simboli legati al tema della morte. Molte sono immagini classiche, archetipi che da secoli, se non millenni, associamo in modo più o meno consapevole al passaggio nell’aldilà: teschi & tibie, il tristo mietitore, angeli della morte di vario tipo, clessidre alate, colonne spezzate, obelischi e via dicendo. Altre rappresentazioni artistiche sono decisamente più originali, ed è una sfida e anche un gioco scoprirle osservando con attenzione i dettagli dei monumenti funebri, spesso lasciati quasi allo stato di rovine.

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Una delle cose più curiose e originali che si possono vedere sono i mortsafes: sono delle grosse grate di ferro che spuntano dal terreno e che servivano a proteggere i corpi dei defunti dai ladri di cadaveri che imperversavano per Edimburgo, almeno fin quando non si fossero decomposti (i cadaveri, non i ladri). Quella dei body-snatchers scozzesi, i ladri di cadaveri come i cattivissimi Burke & Hare, che rubavano i morti per rivenderli a medici e studenti di anatomia, è una storia talmente interessante che l’ho raccontata in dettaglio nel mio itinerario di sangue a Edimburgo.

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uno dei mortsafes

Storie di fantasmi e di cagnolini

E poi il cimitero di Greyfriars Kirkyard è pieno di storie e leggende, pare che sia uno dei luoghi più infestati del mondo, pieno di fantasmi e di anime tormentate. Se vuoi scoprirle tutte ti consiglio di fare un tour guidato con una guida turistica locale, ce ne sono alcuni molto interessanti e ben fatti proprio per gli amanti del mistero e delle storie macabre, specialmente i ghost-tour notturni.

La tomba dalla fama più sinistra è probabilmente quella di Sir George MacKenzie. Quello che a prima vista è un bel mausoleo ispirato al rinascimento italiano – in particolare al Tempietto di San Pietro in Montorio del Bramante – sarebbe in realtà un concentrato di fenomeni paranormali. Pare che un’entità chiamata MacKenzie’s Poltergeist abbia manifestato la propria presenza centinaia di volte, sempre di notte, spaventando, facendo svenire e addirittura ferendo i visitatori che partecipano ai ghost-tour notturni.

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La tomba di Greyfriars Bobby, di fronte all’ingresso del cimitero

Un’altra storia molto famosa legata a questo cimitero è quella di Greyfriars Bobby, un cagnolino adottato da un poliziotto, John Gray, nella seconda metà dell’800. Quando il padrone morì e venne sepolto qui, il suo cane Bobby vegliò fedelmente la sua tomba per 14 anni, e divenne conosciuto e amato da tutti gli abitanti di Edimburgo. Quando morì anche Bobby fu sepolto a Greyfriars Kirkyard, in un pezzettino di terra non consacrato proprio di fronte all’entrata. Quella di Bobby è la tomba più famosa di tutto il cimitero, ma si può visitare anche quella del suo padrone, anche se la lapide è moderna. Greyfriars Bobby è amato e celebrato ancora oggi, ed è ricordato da una piccola statua che sorge alla testata del George IV Bridge, a pochi metri dall’ingresso del cimitero.