Le code infinite al check-in, alla raccolta bagagli, al controllo passaporti. Le ore perse in aeroporto ad aspettare, il rischio scioperi in agguato, i ritardi (qui i trucchi per volare da professionista). Che incubo prendere l’aereo, soprattutto nei periodi “caldi” come quello natalizio. Altra cosa sarebbe viaggiare su un jet privato: si arriva comodamente venti minuti prima della partenza, direttamente sulla pista, si fa il check-in separatamente e ci si accomoda a bordo.


Qualche esempio: un volo Milano-Londra per il 16 dicembre costa circa 1.200 euro a testa, se a viaggiare si è in sei. Da Doha a Linate, il 13 dicembre, il biglietto è di 2.100 euro per un gruppo di tredici passeggeri. Entrambe le offerte sono della startup inglese FlyVictor, una delle poche che non richiede il pagamento di una membership annuale per usufruire dei suoi servizi.
Ma la rivale JetSmarter afferma di avere il 96% del mercato del jet sharing ed è appena diventata un unicorno (così sono chiamate le startup che raggiungono la valutazione di un miliardo di dollari) con una valutazione di 1,5 miliardi di dollari. Fondata dall’americano di origine russa Sergey Petrossov, ha appena terminato un round di finanziamenti per 105 milioni di dollari (tra gli investitori ci sono anche il rapper Jay-Z e la famiglia reale saudita). I fondi saranno usati per espandersi in India, Cina e America Latina. Oggi i quasi settemila membri possono scegliere tra cinquanta tratte tra Usa, Europa e Medio Oriente e cinquemila voli al mese.
- Sergey Petrossov, fondatore di JetSmarter
«Abbiamo rivoluzionato un modo di viaggiare e creato un nuovo mercato, quello che sta in mezzo, tra i voli commerciali e quelli privati», spiega Petrossov a Business Insider. «Il 60% dei nostri clienti non aveva mai volato privatamente prima d’ora. Il nostro obiettivo è far diventare il volo privato molto più accessibile».
Sarà pure un mercato di nicchia ma vale 40 miliardi di dollari, secondo Petrossov: «In media ogni aereo privato viaggia solo 200 ore all’anno quando potrebbe essere operativo per 1.500 ore. Quindi il mercato ha la potenzialità di quintuplicare o sestuplicare», calcola l’imprenditore.
JetSmarter, però, è accessibile fino a un certo punto. Chiede un abbonamento annuale di 15.000 dollari (14.000 euro) da pagare subito, previo un controllo finanziario e persino sui carichi penali pendenti. Una volta acquistata la membership gli utenti hanno a disposizione centinaia di “empty legs” gratuiti (che però vengono annunciati solo 24 ore prima della partenza) e altrettanti posti su aerei privati con rotta prestabilita. Per esempio un Parigi-Milano il 22 dicembre è a costo zero. Un passeggero extra, non membro di JetSmarter, paga 1.400 euro. Un Londra-Dubai il 23 dicembre, invece, pesa anche sulle tasche degli abbonati che devono sganciare 2.800 euro extra.

Si possono anche prenotare voli on demand, i più costosi: per un viaggio di Capodanno per dodici persone da Roma Fiumicino al Jfk di New York il 28 dicembre servono quasi 80.000 euro, 6.600 a testa. Un volo di linea Alitalia, per lo stesso giorno, costa 3.600 euro in business class.
Altre startup simili come SurfAir, StrataJet, Rise e WheelsUp, o si concentrano per lo più sugli Stati Uniti o non offrono prezzi altrettanto competitivi.
Una cosa è certa: i cieli si stanno affollando sempre di più e le Uber del volo privato si moltiplicano. Nemmeno la crisi, giura Petrossov, ha rallentato il settore. Un giorno forse, le code in aeroporto le vedremo solo negli incubi.