La storia scioccante dietro la foto della donna chiusa in una scatola nel deserto

L’immagine   è davvero scioccante, ma anche la storia che c’è dietro questa foto lo è. Vedere una donna intrappolata nel mezzo del deserto, chiedere acqua e qualcosa da mangiare, deve essere qualcosa degno di un  thriller.La foto,  è stata scattata nel 1922 per un’edizione della rivista National Geographic . Si pensava che Albert Kahn stesso fosse  stato l’autore dello scatto straziante.

Tuttavia, il vero fotografo fu Stéphane Passet.

Kahn era un banchiere francese e un milionario, con una vita vissuta nel lusso e nell’agiatezza. Poiché la sua passione erano le foto e aveva molto  denaro, cercò di documentare tutto quello che vedeva, ma  allo stesso tempo, cercò di aiutare chi scopriva essere in difficoltà.

Grazie a lui, si organizzò un progetto “Archives of the Planet”, che ha richiesto 22 anni di lavoro, ed ha raccolto 72 mila fotografie.

La foto della donna chiusa e abbandonata nel deserto è disumana.  Questa fu punita per aver tradito suo marito. In Mongolia la pena di morte non voleva dire morire subito, ma  la morte doveva avvenire lentamente e tra atroci sofferenze, ed era nella norma mettere i condannati in queste gabbie.

Venivano chiusi in una cassa, poi veniva lasciato loro, proprio per aumentare l’agonia del cibo e dell’acqua che non avrebbero potuto in ogni caso mai prendere. Questo tipo di morte fu in auge durante l’Impero Romano e fu applicata sopratutto per punire le donne che non rispettavano il voto di castità o per coloro che tradivano.

Poiché allora era vietato versare il sangue di una donna, fu inventata questo tipo di punizione che portava a una morte lenta e dolorosa.

Nel Medioevo, questa punizione era riservata ai bambini che venivano rinchiusi in una stanza dove venivano lasciati  morire di fame e di sete.

La stessa punizione sarebbe toccata a chiunque si fosse avvicinato, mosso dallo spirito della compassione offrendo cibo o acqua. In auge in molti paesi è stata abolita solo una decina di anni fa.